venerdƬ, 19 Aprile 2024
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Se gli autotrasportatori abbandonano i loro camion

Il primo “autista dissidente” ha lasciato il suo mezzo all’altezza di Arquata Scrivia, sulla A7 Genova-Milano dove era segnalata una coda di sette chilometri, innescando una vera e propria manifestazione che ha visto in poco tempo molti altri camionisti abbandonare i loro mezzi in segno di protesta.

GiĆ  ieri, in una prima nota, Giuseppe Tagnochetti, coordinatore di Trasportounito, aveva spiegato “Abbandonare il mezzo ĆØ un atto estremo. Dopo mesi di ingorghi, code, lavori che avrebbero dovuto essere cadenzati negli anni nell’ambito di un’ordinaria manutenzione e sono stati invece concentrati sul nodo genovese e ligure provocandone il collasso con grave pericolo per la sicurezza stradale e una vera e propria devastazione dei livelli produttivi del sistema economico e trasportistico, il vaso ĆØ ormai colto e la situazione sfugge a qualsiasi controllo con i rischi che ne conseguono per chiunque si avventuri in autostrada e della cui responsabilitĆ  qualcuno dovrĆ  farsi carico. Non si puĆ² piĆ¹ davvero proseguire cosƬ, lo stiamo ripetendo da tempo. Oggi si ĆØ trattato di un autista, ma la prossima volta potrebbero essere di piĆ¹. Non ĆØ accettabile continuare a operare in questa situazione, ĆØ necessario intervenire rapidamente per ripristinare la normalitĆ . ƈ l’intero sistema sociale a essere a rischio”.

Noi di Trasportare Oggi abbiamo sentito Alessandro Peron, segretario generale FIAP, che ha sottolineato come il problema va visto nella sua globalitĆ . “AldilĆ  del problema infrastrutturale, che non ĆØ presente solo in Liguria ma anche in altri tratti, come ad esempio l’A14, bisognerebbe capire di chi sono le responsabilitĆ . Abbiamo un problema di infrastrutture, un problema che ci portiamo dietro da tempo.”

“Sui fatti di Genova abbiamo un’altra criticitĆ  legata al Terminal 7, a causa della quale i camion sono fatti entrare in maniera diradata. Questo crea una colonna (di mezzi in attesa) che si ripercuote su tutta la viabilitĆ . Questa fa capire che quando si parla di problemi del trasporto non si deve avere una visione limitata, ad esempio, sul fatto che le autostrade genovesi possano essere bloccate, ma dobbiamo avere una visione di insieme” aggiunge il segretario.

Quello che manca, insomma, ĆØ un piano strategico che permetta di risolvere i problemi che l’autotrasporto si porta dietro da tempo. “Quando noi continuiamo a dire di rispettare il trasporto, vuol dire rispettare anche i lavoratori.”

In fondo lo abbiamo sempre detto, gli autisti sono quelli che durante il lockdown ci hanno permesso di poter stare a casa ma hanno lavorato in situazioni molto complicate. Se a questo si aggiungono gli ultimi fatti di cronaca riguardanti i morti sulle strade, che negli ultimi 10 giorni sono stati 1-2 al giorno, capiamo che il problema ĆØ molto piĆ¹ ampio.

“Genova – sottolinea Peron – ĆØ un segnale di esasperazione dovuto a una contingenza di piĆ¹ fattori. Il problema va visto nella sua globalitĆ ; c’ĆØ mancanza di pianificazione, mancanza di strategia e mancanza di infrastrutture di un certo tipo. ƈ necessario che le istituzioni facciano qualcosa. PerchĆ© il prefetto (di Genova) non ha messo in campo un piano di viabilitĆ  alternativa?”

“Oggi stiamo assistendo a due tipi di esasperazione. Quella dell’imprenditore che oggi ha un danno economico consistente perchĆ© per un viaggio che prima faceva in quattro ore, adesso ce ne mette otto. E quello del lavoratore che ĆØ costretto a lavorare in situazioni estreme. In un mercato in cui mancano 20.000 autisti come si fa ad attirare un giovane a intraprendere questa professione se lo lasciamo dentro un camion otto ore in colonna?” conclude, provocatoriamente, Alessandro Peron.

Valeria Di Rosa
Valeria Di Rosa
Coordinatrice editoriale di Trasportare Oggi in Europa. [email protected]
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