“La crisi che stiamo attraversando – osserva Igino Colella, presidente della Italy Roundtable (sezione italiana) del CSCMP (Council of Supply Chain Management Professionals), una della principali associazioni internazionali del settore – ha modificato radicalmente numerosi paradigmi del supply chain management: dal ruolo delle scorte, in passato viste come un peso da eliminare e ora invece considerate fattore vincente, al processo di digitalizzazione e all’automazione delle operazioni; è proprio in un momento come questo, quindi, che è importante fermarsi un attimo a riflettere tutti insieme sulle modalità con cui valorizzare questi cambiamenti”.
L’edizione 2020 di ‘Supply Chain Edge’, che avrà luogo a Milano presso l’Hotel The Hub, il 16 ottobre (e che sarà possibile seguire anche in remoto), sarà quindi l’opportunità per fare il punto sullo stato dell’arte del SCM, in tutti i suoi aspetti. Tra questi, uno dei più attuali è l’utilizzo di blockchain nella logistica.
“Il mondo della supply chain – spiega Enrico Camerinelli, vicepresidente CSCMP Italy Roundtable, tra i massimi esperti italiani di questo argomento – basa i propri fondamenti sulla collaborazione tra tutti gli attori coinvolti: acquirenti, venditori, operatori logistici, enti di controllo e di certificazione, istituti finanziari, assicurazioni, agenzie doganali: una collaborazione che presuppone un elevato livello di fiducia tra i contraenti. Questa fiducia può derivare da rapporti di lunga data e rispetto reciproco, o, piuttosto, essere regolata da strumenti vincolanti (lettere di credito, garanzie) nel caso le parti siano agli inizi di un rapporto commerciale e pertanto non abbiano ancora solidi vincoli di fiducia reciproca. I dati delle transazioni registrati in blockchain permettono alle parti di concentrarsi sulle attività proprie del rapporto commerciale, in quanto la tecnologia funge da notaio virtuale a garantire i contenuti delle informazioni”.
“Va chiarito – precisa Camerinelli – che nessuna applicazione basata su blockchain può certificare la veridicità dell’informazione. Blockchain funge però da potente deterrente a dichiarare il falso. Una volta che il dato di una transazione (data di spedizione; prezzo di vendita; certificato di conformità; numero di fattura) è memorizzato, esso resta per sempre, immutabile. Non è pertanto possibile disconoscerlo o tentare di modificarlo a posteriori. Né correggerlo in caso di errore, senza che vi sia il consenso di tutti gli interessati”.
“La formula di quest’anno – conclude Colella – sarà la stessa degli ultimi convegni: i lavori si svolgeranno in otto sale, ove i partecipanti potranno e seguire gli interventi di loro interesse: oltre a blockchain, si parlerà anche di trasporti e consegne, aspetti finanziari, gestione delle risorse umane, programmazione degli acquisti e delle operations, magazzini, sicurezza”.
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