giovedì, 18 Aprile 2024
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Trasporto merci: la crescita del primo semestre 2016

L’indagine è stata svolta intervistando un campione di centinaia di imprese tra le più rappresentative dei vari settori: ma mancando la componente delle piccole imprese – settore sottoposto ad un severo processo di razionalizzazione – il campione utilizzato non può essere considerato totalmente rappresentativo.

Sappiamo che il trasporto di merci è il trasferimento di beni tra un fabbricante o venditore e un acquirente o ricevitore. Sappiamo anche che la domanda di trasporto è costituita dalle merci che si spostano da “un’area-origine verso un’area destinazione in un determinato arco temporale”. Lo spostamento non è mai fine a se stesso ma soddisfa anche altre domande, motivo per cui la domanda di trasporto viene considerata “derivata”rispetto ai processi industriali di distribuzione e di produzione. Incrementare la produzione e consumi significa quindi, molto semplicemente, avere più merce da movimentare nelle varie modalità.

Detto questo, viene confermato il trend di crescita: tutto il traffico aumenta, nazionale ed internazionale, stradale, ferroviario, marittimo ed aereo, i carichi completi ed il traffico corrieristico. In particolare la ripresa del trasporto su gomma è forte e generalizzata: +3,1% il traffico nazionale e un ottimo +5,4% quello internazionale. “Tuttavia, la grande maggioranza delle imprese interpellate di tutti i settori dichiara un aumento del fatturato inferiore all’aumento del traffico e il mondo spedizionieristico lamenta addirittura un calo del fatturato pur in presenza di un incremento del numero delle spedizioni”.
L’aumento del traffico rilevato dal campione dell’indagine è convalidato dai dati autostradali (+4,9%), da quelli aeroportuali (+5,8%), dai valichi stradali (+4,2%), da quelli portuali (+4,5%Teu; +4,9% rinfuse liquide; +11,5% rinfuse solide; +4,9% Ro-Ro).

Ma in questo scenario positivo le aziende del settore guadagnano percentualmente meno, coerentemente del resto con la linea piatta del PIL. Motivo di ciò va ricercato nel fatto che è in atto nel settore già da qualche anno un crudo processo di selezione che costringe le imprese piu deboli ad uscire dal mercato, e costringe le altre a ridurre sensibilmente i margini operativi.
Ci è anche noto che il settore dell’autotrasporto abbia perso, negli utlimi due anni, 15.000 unità (-15%).

Nell’indagine si legge anche “Discorso leggermente diverso vale per le imprese di spedizione internazionale (MTO), dove l’entità del fatturato è influenzato dal
valore dei noli pagato ai vettori materiali e riaddebitato ai committenti. In questa contingenza dove i noli marittimi ed aerei sono fortemente depressi, anche il fatturato dei forwarders ne risente negativamente, senza che ciò comporti necessariamente la negatività dei bilanci. Da rimarcare la forte espansione continua del traffico dei courier (+7,2%) e la sensibile ripresa del traffico ferroviario (+3,8%) all’interno del quale TRENITALIA rappresenta oggi circa il 60%”.

 

 

 

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