martedì, 23 Aprile 2024
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Paolo Uggè punta alla Casa della Logistica

Nel 1992 l’unità sindacale stava diventando una realtà con la nascita di UNATRAS“. Esordisce così Paolo Uggè che durante l’incontro avuto con lui presso la sede di FAI a Milano, ha ripercorso i passi salienti del suo impegno istituzionale, associativo e sindacale della nostra categoria, dai primi anni ’80 ad oggi.
Oggi, però, purtroppo siamo più lontani di allora da questo traguardo“, continua l’Onorevole Uggè che, per spiegare il motivo di questa situazione cita la seconda strofa dell’Inno d’Italia, quello che non viene mai cantato o recitato:
Noi fummo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popoli, perché siam divisi.

Molti sono stati però i traguardi raggiunti dal sindacalista e politico milanese che ha dedicato l’intera sua carriera da un lato a tutelare gli interessi delle imprese di trasporto, e dall’altro a promuovere lo sviluppo del Sistema Italia dall’interno delle Istituzioni come sottosegretario al Ministero dei Trasporti col Governo Berlusconi e come consigliere all’interno del governo stesso e della fu Consulta dell’Autotrasporto. Tra questi il patto o piano della logistica e la legge 32, la legge sulla responsabilità condivisa, i centri di revisione mobili, la stessa Consulta e le Autostrade del Mare. Tutti provvedimenti, leggi o istituzioni volute fortemente da Uggè.

Sono molti gli argomenti che abbiamo affrontato durnate l’intervista (che sarà integralmente pubblicata sul numero di Ottobre/Novembre di Trasportare Oggi in Europa – n.d.r.) con l’attuale presidente di Conftrasporto, concentrandoci in modo particolare sui problemi che affliggono la nostra categoria e sul perchè non si riesca a superare certi ostacoli.
Uno dei motivi principali è che oggi il livello istituzionale con cui ci dobbiamo relazionare è molto più basso. Mi spiego meglio: i problemi che toccano il trasporto e la logistica spesso coinvolgono temi ed argomenti di competenza di diversi Ministeri. Ma se il nostro rapporto è con un Sottosegretario, e neanche il Ministro, egli potrà esporsi solo per quel che compete al suo Ministero. Il giusto interlocutore dovrebbe essere il Governo, la Presidenza del Consiglio, che coinvolge tutti gli ambiti necessari.

Citando il recente incontro con Simona Vicari, infatti, Paolo Uggè si dichiara soddisfatto delle assicurazioni date dalla Sottosegretaria siciliana, ma il problema è che per rendere defionitivi i decreti e le risorse sono necesari passaggi a livello interdisciplinare e, addirittura, europeo. Questo vale per i marebonus e ferrobonus, per i quali sono confermati i 45 milioni di euro, ma solo dopo il via libera dell’UE, e anche per la decontribuzione degli autisti impegnati all’estero.

Altro punto dolente la legge sul cabotaggio. “È una legge sbagliata – afferma Uggè – ma non solo è penalizzante per le nostre imprese così com’è, ma sarà difficile in futuro contentere una liberalizzazione ancora più pesante della circolazione delle merci nel nostro Paese.
E la lotta continua, per ottenere più controlli e sicurezza sulle strade, per rendere più incisiva l’azione delle associazioni e sensibilizzare il Governo, per arrivare, insomma, a costruire una vera e propria Casa della Logistica che renda competitivo il Sistema Trasporto italiano e non ci tagli fuori dai corridoi logistici europei.
Il rischio – spiega il nsotro interlocutore – è che dopo aver azzoppato il Corrodio 1 (Palermo-Berlino) avendo abbandonato il progetto del Ponte sullo Stretto, ora l’aumento delle merci proveniente dal raddoppio del canale di Suez, vada a finire al Pireo e da qui raggiunga il Nord Europa attraverso il corridoio balcanico. Lo stesso rischia di avvenire per l’asse est-ovest se dovesse naufragare la Torino-Lione e quindi dirottare il Corrodoio 5 sopra le Alpi. Saremmo tagliati fuori dalla logistica europea. Una vera tragedia.

Ma il “FERMO” oggi è ancora uno strumento valido per ottenere risultati? “Oggi sì – sostiene il sindacalista – perchè c’è una situazione politica particolare, nonostante sicuramente non ha più l’impatto che un fermo poteva avere dieci o quindici anni fa“.
Esiste una seconsa strada, che è quella della sensibilizzazione delle parti coinvolte, ma è sicuramente molto più impervia. “Ed è quella che Conftrasporto e Confcommercio stanno cercando di percorrere. Ad ogni modo, in caso si profilasse l’eventualità di un fermo, certamente noi non ci tireremmo indietro“.

L’intervista che, come detto, ha toccato i diversi punti della storia associativa del nostro Paese, ha poi affrontato anche il futuro della categoria, cercando di capire la posizione di Paolo Uggè sulla prospettiva (lontana ma non troppo) della guida autonoma sui mezzi.
Non credo che sarà un qualcosa che vedremo a breve. Il controllo del veicolo sarà ancora per molto tempo in mano all’elemento umano. E poi, se l’obiettivo è risparmiare sui costi del personale, siamo sicuri che la tecnologia che serve per arrivare a questo non costi molto di più?“.

Vi diamo appuntamento ad ottobre con l’intervista integrale.

Luca Barassi
Luca Barassi
Direttore editoriale e responsabile
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