martedì, 16 Aprile 2024
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La nuova politica infrastrutturale dell’Ue

È la riforma più radicale della politica infrastrutturale mai realizzata dai suoi esordi negli anni 80. Le nuove carte pubblicate recentemente dalla Commissione riportano i nove corridoi principali che formeranno le arterie dei trasporti nel mercato unico europeo e rivoluzioneranno le connessioni tra est e ovest. I finanziamenti dell’UE necessari per raggiungere obiettivi così ambiziosi triplicheranno nel periodo dal 2014 al 2020 per arrivare a 26 miliardi di euro.
La nuova politica infrastrutturale dell’Unione trasformerà l’attuale groviglio di strade, ferrovie, aeroporti e canali europei per farne una rete transeuropea dei trasporti unificata (TEN-T).
Il Vicepresidente della Commissione europea, Siim Kallas, responsabile dei trasporti, ha dichiarato: “I trasporti sono cruciali per l’economia europea e l’Europa non potrà crescere e prosperare senza buone connessioni. La nostra nuova politica infrastrutturale consentirà di realizzare nei 28 Stati membri una rete europea dei trasporti robusta e capace di promuovere la crescita e la competitività, che collegherà l’est all’ovest e sostituirà il puzzle attuale con una rete autenticamente europea.”

La nuova politica istituisce per la prima volta una rete centrale dei trasporti articolata intorno a 9 corridoi principali: 2 corridoi nord-sud, 3 corridoi est-ovest e 4 corridoi diagonali. La rete centrale, il cui completamento è previsto entro il 2030, trasformerà i collegamenti est-ovest, eliminerà le strozzature, permetterà di aggiornare le infrastrutture e snellire le operazioni connesse ai trasporti transfrontalieri in tutta l’UE a vantaggio sia dei passeggeri che delle imprese. Miglioreranno le connessioni tra i diversi modi di trasporto, nel rispetto degli obiettivi dell’UE in tema di cambiamenti climatici. La disponibilità di finanziamenti dipenderà dal successo dei negoziati in corso sul quadro finanziario pluriennale per il periodo 2014-2020.
I finanziamenti concessi dall’UE per le infrastrutture di trasporto triplicheranno nel periodo dal 2014 al 2020 per raggiungere 26 miliardi di euro e saranno strettamente destinati alla rete centrale, in cui si concentra il più alto valore aggiunto per l’UE. Per dare la priorità alle connessioni est-ovest, quasi la metà dei finanziamenti UE a favore delle infrastrutture di trasporto (11,3 miliardi di euro erogati dal Meccanismo per collegare l’Europa) sarà riservata esclusivamente ai paesi dell’obiettivo di coesione.
La nuova rete centrale di trasporto sarà completata da una vasta rete di linee che si collegano alla rete centrale a livello regionale e nazionale. Questa vasta rete coprirà l’intero territorio dell’UE e assicurerà l’accessibilità di tutte le sue regioni. L’obiettivo finale è fare in modo che progressivamente, entro il 2050, la stragrande maggioranza dei cittadini e delle imprese europei non disti più di 30 minuti di viaggio dalla rete principale.
Complessivamente la nuova rete di trasporto garantirà:
•    spostamenti più sicuri e meno congestionati,
•    viaggi più rapidi e confortevoli.

I 26 miliardi di euro (a prezzi correnti) stanziati per i trasporti dal Meccanismo per collegare l’Europa nell’ambito del quadro finanziario pluriennale serviranno da capitale di “avviamento”, che stimolerà altri investimenti degli Stati membri destinati a completare collegamenti transfrontalieri difficili e linee che altrimenti non sarebbero costruite. Secondo le stime, il costo dell’attuazione della prima fase di finanziamento della rete centrale ammonterà a 250 miliardi nel periodo 2014-2020 (v. l’accluso elenco dei progetti). La rete centrale dovrà essere completata entro il 2030.

La nuova rete centrale – alcune cifre
La rete centrale collegherà:
•    94 grandi porti europei con linee ferroviarie e stradali,
•    38 grandi aeroporti con linee ferroviarie che portano alle città principali,
•    15 000 km di linee ferroviarie convertite ad alta velocità,
•    35 progetti transfrontalieri destinati a ridurre le strozzature.
Come si vede, queste opere saranno la linfa economica del mercato interno, che consentirà una reale libertà di circolazione delle merci e delle persone in tutta l’Unione.

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