martedì, 16 Aprile 2024
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Il fronte caldo dell’autotrasporto

E’ iniziata a mezzanotte la protesta dell’autotrasporto, o meglio di una parte, visto che la maggioranza delle sigle sindacali ha deciso di revocare il fermo, reputandosi soddisfatta degli impegni presi dal governo (tra cui il mantenimento del recupero delle accise sul gasolio).
E’ Trasportounito a portare avanti le istanze di quella parte di autotrasportatori che “non vogliono oggi elemosine, dicono con forza al governo di tenersi i soldi e spenderli magari per la copertura dell’Imu, ma chiedono l’applicazione di norme chiare che consentano alle imprese di operare in una logica di mercato e non essere strozzate da chi da anni gioca solo a indebolire e ridurre in schiavitù l’autotrasporto”, queste le parole del segretario generale di Trasportounito  Maurizio Longo, che in queste ore sta coordinando i presidi in atto (un centinaio su tutto il territorio nazionale), tra cui: Genova, Torino, Frosinone, Cagliari, Livorno, Siena, La Spezia, Brindisi, Verona, Barletta-Andria, brescia, Latina, Salerno, Napoli e l’intera Sicilia.
Secondo Trasportounito già questa mattina il consenso e la partecipazione al fermo erano molto elevati (più di 300.000 i tir fermi, un’adesione al 90% delle aziende di trasporto merci, fra i 15 e i 20.000 uomini presenti nei punti di concentrazione “autorizzati”.
Una protesta cui hanno aderito altre realtà estranee al settore (cobas del latte, movimento dei forconi, comitati riuniti agricoli ecc.). “Se in contemporanea al fermo – precisa Longo -  altre categorie economiche e movimenti del Paese, per ragioni condivisibili, hanno deciso di manifestare, qusto non è di competenza nè di responsabilità diretta di Trasportounito”.
Al momento non si parla di blocchi alla circolazione, nei cui confronti sono previste sanzioni e per i quali sono in allerta le Forze dell’ordine, ma di semplici azioni di volantinaggio e informazione nei presidi. Fino ad ora, dunque, tutto sembra svolgersi senza grandi disagi per la circolazione, nè grandi disordini. Una protesta “civile” di chi intende lottare per garantire la sopravvivenza del settore chiedendo al governo di ripristinare la legalità attraverso norme e controlli più severi. Trasportounito ha infatti invitato tutti i suoi associati al pieno rispetto delle indicazioni delle Prefetture anche per evitare possibili strumentalizzazioni.
I rischi di infiltrazioni e strumentalizzazioni della categoria e delle sue istanze purtroppo però sono sempre in agguato: in queste ultime ore, infatti, in Sicilia, la protesta ha avuto un risvolto allarmante. Sono state avanzate minacce molto pesanti al presidente della CNA Fita (che ha deciso i giorni scorsi di non aderire alla manifestazione di protesta) della provincia di Agrigento, Salvatore Puleri, e alla presidente nazionale Cinzia Franchini, minacce riconducibili alla protesta dei forconi e al fermo dell’autotrasporto proclamato dal movimento dei forconi. Sulle saracinesche di un consorzio agrigentino di autotrasportatori aderenti alla CNA-Fita sono stati appesi diversi volantini  con minacce di morte e l'”invito” a “non fare uscire i mezzi nel giorno della rivoluzione”.
Terremo costantemente monitorata la situazione, visto che la protesta è prevista fino al 13 dicembre. 

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