venerdì, 29 Marzo 2024
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I costi si contengono anche con i ricostruiti

Nel 2009 le imprese di autotrasporto professionale in conto terzi nel nostro Paese avevano un numero medio di 2,82 autoveicoli, contro i 2,57 del 2008. Nell’arco degli ultimi cinque anni, dal 2005 al 2009, la consistenza del parco di autoveicoli delle aziende dell’autotrasporto italiane è cresciuta del 8,57%, passando dai 425.016 mezzi del 2005 ai 461.437 mezzi del 2009. In forte calo (-16,07%), invece, il numero delle imprese di autotrasporto che passano dalle 195.052 unità del 2005 alle 163.714 del 2009. Questi dati emergono da una elaborazione di AIRP (Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici) realizzata sulla base di rilevazioni ufficiali del Comitato Centrale dell’Albo dell’Autotrasporto e di Aci.

La crescita del numero medio di autoveicoli delle imprese dell’autotrasporto italiano nel corso del 2009 – sottolinea AIRP – è dovuta alla progressiva concentrazione delle imprese ed al conseguente consolidamento del loro profilo dimensionale indispensabile per affrontare al meglio le difficoltà della crisi economica, offrire servizi a valore aggiunto e poter sostenere con probabilità di successo la sempre più stringente competizione tariffaria dell’autotrasporto dei paesi dell’est europeo. Secondo AIRP, pur perdurando la struttura frammentata (molte aziende individuali con un solo autoveicolo) dell’autotrasporto italiano si stanno consolidando forme di aggregazione di singoli operatori “padroncini” in cooperative e consorzi per rispondere meglio alle necessità delle nuove sfide del mercato. Parimenti si manifestano fenomeni di aggregazione e fusione di attività anche da parte di imprese o gruppi di maggiori dimensioni dell’autotrasporto, che scelgono di rafforzare i propri assetti organizzativi e la propria competitività per assicurare qualità e nuovi servizi ai propri clienti.

Resta il fatto che sulla fattura dell’autotrasporto italiano – continua AIRP – incidono ancora le condizioni di criticità della rete viaria nazionale e la congestione del traffico che determinano l’abbassamento della velocità commerciale dei veicoli, con evidenti ripercussioni sui costi dell’autotrasporto. Per far fronte a queste inefficienze e migliorare la competitività delle aziende dell’autotrasporto, oltre che agire sul versante delle infrastrutture, occorre però necessariamente intervenire anche su quello dei costi di esercizio che gravano sui bilanci delle aziende dell’autotrasporto. Come, ad esempio, nel caso dei pneumatici dove un grande risparmio potrebbe essere realizzato, garantendo alti standard di sicurezza ed affidabilità, grazie ad un maggiore utilizzo dei pneumatici ricostruiti, che consentono una seconda vita ai pneumatici nuovi di qualità.

Per questa ragione i pneumatici per autotrasporto delle più importanti case costruttrici sono progettati per essere ricostruiti ed essere così ampiamente impiegati, come avviene in tutti i paesi più avanzati su tutti i mezzi di trasporto, sia terrestri che aerei. Senza dimenticare – sottolinea inoltre AIRP – che se per l’autotrasportatore la ricostruzione ha soprattutto un importante significato economico in quanto adottare i ricostruiti consente notevoli risparmi, essa ha anche un’alta valenza ecologica in quanto ricostruire consente di risparmiare importanti risorse energetiche e permette di rallentare lo smaltimento nell’ambiente di pneumatici usati.

Luca Barassi
Luca Barassi
Direttore editoriale e responsabile.
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