martedì, 23 Aprile 2024
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FS Italiane: sistemi per viaggiare pensando all’ambiente

Sostenere e massimizzare i vantaggi del trasporto su ferro e ridurre il più possibile gli impatti negativi sull’ambiente. Sono questi i principi che guidano la politica ambientale di Ferrovie dello Stato Italiane.

Ogni passeggero di Trenitalia produce in media il 76% di gas serra in meno rispetto a chi viaggia in aereo e il 66% in meno dell’automobilista. Un dato significativo che da diversi anni è riportato sul retro del biglietto ferroviario dove sono confrontati i valori medi di emissioni del suo viaggio con uno analogo in aereo o in auto.

In Italia il settore dei trasporti nel suo complesso è responsabile di oltre il 25% delle emissioni totali di CO2, al trasporto ferroviario è imputabile soltanto il 2% delle emissioni totali. Nonostante l’impatto sia già molto contenuto, continua l’impegno del Gruppo FS per ridurre ulteriormente i consumi energetici.

Riduzioni da attuarsi attraverso la continua ricerca di soluzioni tecnologiche in grado di recuperare una parte di energia (sistemi di frenatura dei treni) e di risparmiarla (impianti di illuminazione con lampade a basso consumo, telegestione delle torri faro, autoregolazione riscaldamento degli scambi, sensori per l’illuminazione delle principali officine). Si tratta di alcuni accorgimenti che, estesi in tutti i territori dove il Gruppo FS opera, per lungo tempo consentono di ottenere risultati significativi.

Nel trasporto regionale, ad esempio, i nuovi treni Pop e Rock saranno costruiti con materiali riciclabili al 95%, e consentiranno una diminuzione del 30% del consumo di energia. Nel trasporto di merci e nella logistica, Mercitalia farà la sua parte realizzando lo shift modale dalla gomma al ferro e, nelle infrastrutture, Rete Ferroviaria Italiana e Italferr hanno intrapreso iniziative mirate a un uso razionale delle risorse impiegate, al riuso dei materiali provenienti dagli scavi e al loro trasporto su ferro per contribuire alla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra.

Anche le stazioni ferroviarie di RFI avranno un ruolo importante nel rendere più sostenibile il viaggio. La loro centralità rafforzata nel sistema complessivo di trasporto e, lo sviluppo della loro naturale vocazione di snodi intermodali, potranno infatti offrire nuove possibilità di mobilità integrata e servizi qualificati per il cliente.

In linea con gli obiettivi del Piano industriale 2017-2026, sono stati avviati processi per un radicale cambiamento, come l’incorporazione di ANAS nel Gruppo.

Anche in Friuli Venezia Giulia, così come nel resto d’Italia, Anas prevede, l’applicazione graduale delle tecnologie Smart road su alcune arterie principali. Saranno implementati sistemi di connettività sia Wired che Wireless di diversa tipologia per permettere la connettività a persone, veicoli e oggetti, con l’obiettivo di rendere il viaggio più sicuro, confortevole ed informato.

Trenitalia Regionale Friuli Venezia Giulia contribuisce alla mobilità sostenibile del territorio con 20.000 mila viaggi quotidiani effettuati sui 140 treni che giornalmente collegano sia i grandi centri sia le località minori. Immaginando un’occupazione media di due passeggeri per auto, possiamo affermare di aver già tolto dalle strade circa 10.000 auto al giorno. L’entrata in servizio di nuovi convogli, più efficienti e confortevoli, ma anche la recente realizzazione dell’hub intermodale con la nuova fermata di Trieste Airport, costituiscono certamente un incentivo a lasciare l’auto privata per il treno.

A. Trapani
A. Trapanihttps://www.andreatrapani.com
Redattore e Responsabile Area Web Trasportare Oggi in Europa
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