giovedì, 25 Aprile 2024
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65° Conferenza del Traffico e della Circolazione

“Il ritardo dell’Italia rispetto agli altri Paesi europei è fin troppo evidente quando si parla di infrastrutture, e il gap aumenta di anno in anno. Adesso che comincia a intravedersi l’uscita del tunnel della crisi tutti i governi mondiali puntano sulle infrastrutture per la mobilità, perché il loro sviluppo rappresenta la chiave strategica del rilancio economico e sociale. Il nostro Paese deve fare altrettanto”. Lo ha dichiarato il presidente dell’Automobile Club d’Italia, Enrico Gelpi, aprendo a Riva del Garda (TN) i lavori della 65° Conferenza del Traffico e della Circolazione alla presenza del Ministro per la Pubblica amministrazione e l’Innovazione, on. Renato Brunetta.

“Il nostro handicap – secondo Gelpi – è imputabile alla costante carenza di risorse, alla farraginosità delle procedure amministrative e ai continui ‘salti’ di strategie nelle politiche dei decisori pubblici e privati susseguiti negli anni. Il deficit infrastrutturale ostacola l’integrazione tra le diverse modalità di trasporto e compromette il turismo. Il potenziamento degli hub aeroportuali non serve se non si inserisce in un disegno più ampio. Il turismo in Italia è ancora troppo legato all’auto: il 62% degli stranieri arriva con la propria automobile e il 73% degli spostamenti leisure degli italiani avviene su quattro ruote. Per raggiungere la Costiera Amalfitana o Riva del Garda non si riesce ancora a fare a meno dell’auto”.

Pur spendendo 168 miliardi di euro ogni anno, gli automobilisti italiani sono costretti a muoversi su una rete viaria obsoleta che genera congestione ed incidenti stradali. Questi ultimi misurano in modo direttamente proporzionale le carenze infrastrutturali: si potrebbe evitare un incidente su tre in Europa se tutti i Paesi investissero nell’innalzamento degli standard di sicurezza delle strade. A fronte di una piccola spesa si otterrebbero ingenti guadagni: ogni euro versato per l’ammodernamento delle infrastrutture produrrebbe un risparmio di 20 euro sui costi sociali imputabili all’incidentalità che solo in Italia superano ogni anno i 30 miliardi.

“Lo scorso anno – ha detto il presidente dell’ACI – il Parlamento europeo ha adottato una importante direttiva sulla gestione della sicurezza infrastrutturale. Considerato l’esistente gap da recuperare, per l’Italia si tratta di una grande opportunità. La sicurezza è considerata elemento fondamentale sia nella fase di progettazione e sia nella fase di esercizio, con parametri di qualità da verificare attraverso ispezioni che individuino i rischi e prevengano gli incidenti”. L’ACI mette pertanto a disposizione della collettività il know how perfezionato in centinaia di test in Italia e in Europa su strade, gallerie, cantieri, segnaletica, attraversamenti pedonali e aree di servizio, proponendosi come organismo indipendente per la valutazione dei livelli di sicurezza delle infrastrutture.

Le carenze della rete italiana si avvertono soprattutto in città, dove la congestione provoca il 70% dei sinistri stradali con pesanti ripercussioni sulla qualità della vita dei cittadini. Il potenziamento del trasporto pubblico, innanzitutto su rotaia, è l’unica soluzione in grado di ridurre il traffico e ottimizzare l’accessibilità ai centri urbani. Ma ancora oggi il 46% degli italiani rifiuta bus e tram perché scomodi e poco pratici.

“Le risorse per ammodernare il Paese ci sono – ha dichiarato il presidente dell’ACI – ma vanno assegnate correttamente e spese efficacemente. Basti pensare ai proventi delle multe per le infrazioni al Codice della Strada, finalmente destinati alla sicurezza stradale dal testo unificato varato dalla Commissione Trasporti della Camera ed oggi in discussione al Senato. Ancora non rientra nel provvedimento, però, la nostra richiesta di predeterminare la quota di proventi da destinare alla mobilità. Per lo sviluppo delle nuove opere si deve poi incrementare il partenariato pubblico-privato e in particolare il project financing”.

“Occorrono comunque nuovi strumenti di tipo finanziario – ha concluso Gelpi – da reperire sul mercato. Valuteremo con favore ogni soluzione alternativa all’idea ricorrente dell’auto come risorsa finanziaria infinita: non si può soltanto prendere dalle tasche degli automobilisti. E’ necessario stimolare amministrazioni pubbliche e privati cittadini ad adottare comportamenti più attenti alla mobilità sostenibile. In quest’ottica serve un sistema premiante per gli Enti locali che dimostrino maggiore capacità di innovazione progettuale, e una più duratura politica di incentivazione economica alle famiglie per l’ammodernamento del parco veicolare con vetture più sicure ed eco-compatibili”.

L’ACI ritiene inoltre che la corretta pianificazione del sistema infrastrutturale richieda l’accurata analisi della domanda sulla quale deve dimensionarsi l’offerta, integrando e coordinando le politiche con l’assetto del territorio. A tal fine l’Automobile Club d’Italia ribadisce la necessità di una legge quadro che stabilisca l’obbligo della Valutazione di Impatto sulla Mobilità per ogni intervento di edilizia residenziale e commerciale.

Nella giornata di domani, l’Automobile Club d’Italia presenterà un rapporto della “Fondazione Caracciolo” – Centro studi ACI che analizza le politiche infrastrutturali finora seguite nel nostro Paese e ne confronta i risultati nello scenario internazionale. In un’intervista esclusiva pubblicata nello studio, il Procuratore Antimafia, Piero Grasso, propone soluzioni in grado di arginare il fenomeno delle infiltrazioni della criminalità organizzata nella realizzazione delle opere pubbliche.

La Conferenza del Traffico e della Circolazione si chiuderà mercoledì 28 ottobre con una iniziativa fortemente voluta dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, sen. Altero Matteoli: una tavola rotonda sulla sicurezza stradale con rappresentanti dei governi europei, coordinata dal Vice Ministro Roberto Castelli.

Luca Barassi
Luca Barassi
Direttore editoriale e responsabile.
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