venerdì, 19 Aprile 2024
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La mia Agenda

 

In questi giorni siamo bombardati da dichiarazioni, promesse, messaggi, da parte dei candidati alle elezioni 2013. I diversi media si rincorrono nel proporre ricette di rottamazione, restaurazione, crescita e così via, amplificando la voce degli attori del Circo Barnum della politica italiana. Gli aspiranti futuri amministratori si stanno superando nelle proposte più variegate e fantasiose possibili. Alcuni di loro si azzardano a farla fuori dal vaso e si avventurano in settori delicati, come ad esempio quello dei trasporti e della logistica, con dichiarazioni roboanti, che purtroppo rimarranno solo dichiarazioni d’intenti. Provate a dare un’occhiata ai diversi programmi delle forze politiche in campo, pardon agende, molto più eleganti; convergenti nello stabilire le priorità, purtroppo lontani dal risolverle.

Soluzioni? Certo. Dopo vent’anni di onorata carriera nel settore, mi autonomino tecnico, scendo in campo, anzi salgo, e presento la mia Agenda per lo sviluppo del trasporto italiano.
Cominciamo dalle infrastrutture… Abbiamo una rete autostradale che negli ultimi decenni non si è sviluppata al pari di quanto avvenuto in altre nazioni, divenendo una delle cause dell’inefficienza del trasporto italiano. Quindi, punto primo: costruire nuove autostrade! Attenzione, però: dato che nella mia Agenda l’ambiente è una delle priorità, occorre trovare soluzioni a basso impatto ambientale. Eccone alcune: raddoppiamo il numero di corsie, però riasfaltiamo tutto con un manto verde, in modo che dall’alto nessuno se ne accorga. O ancora: nei tratti montani ricopriamo l’asfalto con un prato sintetico, riducendo così anche il rumore prodotto dal passaggio dei veicoli. Per i fiorellini però non me la sento di impegnarmi, in questa legislatura… Il settore del cava/cantiere immagino stia già stappando lo champagne.
Una volta risolto il problema delle vie di comunicazione, mi concentrerei sui veicoli. Tanto per cambiare, la nostra penisola si caratterizza per un parco circolante tra i più vetusti d’Europa. Rottamare e innovare! Se non ci riusciamo con i politici, proviamoci con i camion. Una volta tanto prendiamo la leadership continentale e promuoviamo l’utilizzo di veicoli a zero emissioni. Il veicolo prescelto è quello elettrico, ma al momento ci sono alcune limitazioni riguardanti l’autonomia dei mezzi. Per questo c’è una soluzione transitoria, attraverso l’utilizzo di prolunghe, anche se la loro lunghezza rimane un problema, così come il fatto che si annodino facilmente alle rotonde. Aumentare il numero di torrette di ricarica consentirebbe l’utilizzo di cavi meno lunghi, ma il doversi fermare più spesso per riavvolgere il cavo e inserirlo nella nuova presa elettrica, diminuirebbe la redditività del trasporto. Per questo metterei come prioritaria l’elettrificazione delle autostrade, permettendo ai veicoli equipaggiati di pantografo di viaggiare senza dovere ricorrere ai cavi elettrici.
Convincendo le aziende a passare all’elettrico, implicitamente si favorirebbe il sistema di trasporto italiano, Infatti, contestualmente alla sua introduzione verrebbero aumentate la tariffe autostradali per veicoli con motore diesel, in modo tale da disincentivare i trasportatori esteri dall’operare in Italia. Qualora qualche azienda straniera volesse fare cabotaggio in Italia con veicoli elettrici, potremmo rendere incompatibili le loro prese schuko con le nostre a tre poli a passo piccolo.
Un’altra ricaduta positiva di queste semplici riforme (ma perché non ci ha pensato nessuno prima?), riguarda l’occupazione. Si sa che l’elettricità costa meno di notte, va quindi da sé che, per aumentare la reddittività, le aziende di trasporto opererebbero preferibilmente di notte. Si renderebbe così necessario offrire gli stessi servizi di giorno, raddoppiando la forza lavoro impegnata di notte.

Purtroppo lo spazio di questa pagina è limitato e non mi permette di enunciare le oltre duecento aree di intervento della mia Agenda. Vorrei però fare un accenno telegrafico a un problema di attualità come quello dei costi minimi dell’autotrasporto. L’uovo di Colombo consiste nell’obbligare la committenza a pagare il trasporto con una parte della merce trasportata. Se ad esempio una bisarca trasporta sei macchine, una rimarrà al trasportatore che poi si attrezzerà per venderla. Così facendo l’azienda di trasporto potrebbe diversificare le proprie attività: più sarà in grado di rivendere bene la merce, più realizzerà margine. Quanto prima verrebbero pubblicate le tabelle che indicano le percentuali in funzione del tipo di merce e di chilometraggio. Anche in questo modo si creerebbero nuove opportunità occupazionali, con l’aumento di società di intermediazione a cui i trasportatori che non volessero occuparsi direttamente della vendita potrebbero affidarsi.
Avrei anche ricette per aumentare l’accesso al credito, per incrementare le aree di sosta, migliorandone la qualità, regolamentare l’accesso alla professione… Se sarò eletto, le scoprirete da voi. Giro questa pagina della mia Agenda e vi saluto con una raccomandazione: votate bene.

 

 

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