giovedì, 25 Aprile 2024
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Imprenditori iracheni a Samoter 2014

Il settore delle costruzioni iracheno guarda con estremo interesse alle macchine da cantiere e per l’edilizia europee ed italiane in particolare. Una attenzione che si concretizza con la partecipazione ai saloni Samoter e Asphaltica, in calendario a Verona dall’8 all’11 maggio prossimo, di una delegazione ufficiale di oltre quaranta operatori: imprenditori del settore costruzioni, importatori di macchinari per il building, ma anche rappresentanti del Ministero dell’Industria e del Commercio.
La missione è organizzata in collaborazione con Unido, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale, che opera dal 2007 in Iraq. In particolare Unido ha partecipato alla creazione di quattro centri per lo sviluppo dell’imprenditoria attraverso i quali ha messo a disposizione delle imprese locali sia attività di formazione che servizi di consulenza, advisoring e monitoring. Alle attività svolte direttamente sul posto sono affiancate anche iniziative di e-learning realizzate in partnership con l’Università Telematica Internazionale Uninettuno di Roma.
Ygor Scarcia, che segue per Unido le attività in Iraq, spiega: «La delegazione che arriverà a Verona è composta da imprenditori di medie e grandi imprese irachene. Dopo anni di isolamento dovuti alle vicende belliche, è un’occasione imperdibile per toccare con mano lo stato dell’arte della tecnologia nel settore delle costruzioni che è molto vivace nel Paese. E gli iracheni hanno davvero una predilezione particolare per l’Italia, al punto che le richieste di collaborazione e partnership con imprese italiane da parte loro sono superiori alle offerte da parte delle aziende italiane. Le imprese che visiteranno Samoter e Asphaltica hanno esigenze diverse, ma, in sintesi, possiamo dire che sono alla ricerca sia di partnership con aziende italiane, ad esempio per diventare importatori e distributori per l’Iraq, che di occasioni per acquistare macchinari e tecnologia. A differenza di quanto si possa immaginare l’Iraq è un Paese dove ora è possibile operare con una buona sicurezza. Certo ci sono aree del Paese ancora instabili, ma sia da un punto vista della sicurezza personale, che di quella dei propri affari è possibile operare normalmente».

Le aree più promettenti sono quelle del nord, che ha come capoluogo Erbil, e la zona meridionale attorno a Nassiriya e Bassora. «Proprio a Nassiriya la locale Camera di Commercio ha creato un Italian Business Center- spiega ancora Scarcia- un ufficio dedicato esplicitamente agli imprenditori italiani che vogliano fare affari in Iraq e collaborare con le aziende locali. È la dimostrazione concreta di quanto gli italiani siano tenuti in considerazione e sarebbe un peccato sottovalutare queste possibilità lasciando il campo libero alla concorrenza di imprese tedesche e francesi che già si stanno muovendo con disinvoltura».
Sul fronte delle garanzie ai crediti maturati in Iraq le imprese che avviano joint venture con aziende locali possono contare sul supporto al credito della cooperazione italiana, informazioni più dettagliate sono messe a disposizione dall’ambasciata italiana a Baghdad e dagli uffici della Cooperazione Italiana a Roma. In estrema sintesi è garantito fino al 70% del progetto per la parte italiana della joint venture. Oggi come oggi il sistema bancario iracheno è ancora poco strutturato, ma le imprese locali ovviano a queste difficoltà appoggiandosi per le loro attività a banche straniere ritenute affidabili. In generale non esistono problemi di dazi sui macchinari importati, anche se è bene verificare caso per caso.
«Il potenziale del mercato iracheno è davvero notevole – conclude Scarcia- sia nel settore civile che in quello delle infrastrutture. Strade aeroporti e ferrovie necessitano di importanti ammodernamenti, e il governo ha in programma la costruzione di un grandissimo porto sul Golfo Persico. Insomma dalla costruzione di case ed edifici industriali, alle grandi opere, il mercato richiederà in futuro macchinari ma anche imprese con le quali stringere rapporti di partnership duraturi. Gli amici iracheni che saranno a Verona fra qualche settimana sono qui proprio per questo».

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