martedì, 23 Aprile 2024
HomeBlogCalifornia dreaming

California dreaming

Ripensando all’ultimo Weekend del Camionista di Misano Adriatico, oltre alle immagini delle gare, delle belle donne e dei veicoli esposti, rimarranno nella mia memoria le immagini dei camion decorati. Mai come quest’anno il parterre de roi era di così ben alto livello, con veicoli provenienti anche dall’estero. I camion decorati sono diventati un ingrediente imprescindibile del weekend del camionista, un corollario degno dello spettacolo offerto in pista dai veicoli da corsa e dagli intrattenimenti proposti dalle case. Avvicinandosi a questa massa variopinta di mezzi luccicanti, si scopre un mondo a parte, uno stile di vita, la vera passione per i truck. Dal punto di vista emozionale è uno spettacolo che ti prende e ti cattura, un po’ come i raduni delle Harley per i motociclisti. Come addetto ai lavori, mi viene però naturale dare uno sguardo al fenomeno con un’altra angolazione, magari in stile ironico tipico della Sterzata.

Dentro l’animo di ciascun camionista si nasconde un Kris Kristofferson, l’eroe del cult movie Convoy – Trincea d’asfalto. Ed è forse per questo, che il comun denominatore dei veicoli decorati sono gli Stati Uniti. Certo occorre davvero tanta immaginazione, pensare di essere sulla Highway in California, mentre si è in coda sulla Salerno-Reggio Calabria; in compenso si possono fare dei parallelismi sulla temperatura. Lo spirito italico casinaro, amante dei motori, viene fuori durante i raduni quando il primo, a mo’ di direttore di orchestra dà il la alla sinfonia delle trombe sul tetto. La tromba è un accessorio fondamentale, non sei un trucker se non trombi, nel senso di suonare i clacson. Ce ne sono di diversi tipi e tonalità, e il loro suonare all’unisono richiama alla mente i documentari del National Geographic sulla migrazione degli Gnu nel Serengeti. A mitigare questa scena bucolica, come per un controcanto, vengono lasciati liberi i cavalli; non i quadrupedi ovviamente. Partono le sgassate, con rombi che in certi casi diventano così cupi, da chiedersi se il rumore non sia registrato e trasmesso da un mega impianto audio. In realtà ascoltando bene, sembra più un rantolo: mannaggia, qualche Gnu non ce la farà a raggiungere la Tanzania.

Una volta ho proprio assistito a una scena del genere; un trucker con il sorriso a 36 denti stampato permanentemente sulla faccia, a furia di sgassare a vuoto ha finito con il grippare il motore. Saranno state le risa degli altri o un inizio di semiparesi, ma l’espressione del trucker non è più cambiata, se non per qualche lacrima che cominciava a solcare il suo viso. Comunque la sgassata rimane un momento clou dei raduni e servono per attirare l’attenzione sugli scarichi cromati. Un accessorio che, come il cordone ombelicale, rappresenta il contatto tra il camion e il mondo circostante.

Degli interni dei camion decorati, preferisco riservarmi una Sterzata ad hoc. E’ curioso però vedere il rispetto che i trucker hanno per il loro mezzo. Come se fosse uno yacht ormeggiato a Santa Margherita, l’accesso è rigorosamente a piedi scalzi. A differenza delle barche, l’interno della cabina del camion non si può lavare con il getto d’acqua e quindi è d’obbligo indossare i fantasmini sugli zoccoli. Non una bella scena, ma efficace. Per ingentilire e nobilitare la salita in cabina, sugli scalini talvolta sono stesi dei tappetini delle fogge più disparate: dall’erba sintetica per dare un tocco zen al mezzo allo scampolo di moquette avanzato dall’ultima ristrutturazione di casa.

Sempre dall’esterno, poi, i camion decorati si riconoscono dall’impianto audio. Quando non suonano le trombe o gridano i motori, ecco le discoteche viaggianti che pompano attraverso mega woofer la musica a tutto volume. Una gioia per chi deve passare tutta la giornata attorno ai veicoli. La musica è varia, anche se per valorizzare l’impianto, quella dance è la più gettonata. I filo americani puntano invece sulla musica country e, pur non capendo il testo, ti spiegano che è musica popolare in linea con lo stile di vita di un trucker. Con queste motivazioni, troverei più coerente che allora suonassero la musica dell’orchestra Spettacolo di Raoul Casadei. Mi chiedo se i watt dell’impianto sono sparati solo in occasione dei raduni o anche durante i viaggi, potrebbe essere una soluzione per la prevenzione dei colpi di sonno.

Termino accennando ai veri truck americani, quelli con il musone. Ad ogni raduno se ne trova sempre uno, perché se non c’è che raduno è? E’ come un timbro, che certifica che la manifestazione ha una connessione diretta con gli eventi oltre Oceano.

Alla sera, al termine del raduno, si deve ripartire. Per un paio di giorni si è scherzato, ora di nuovo sulla strada con le problematiche quotidiane, ma con il ritornello di California Dreaming in testa.

 

X