Notizia di ieri, amplificata oggi nel web, di una multinazionale che opera nel settore della logistica e dei trasporti e che applica ai dipendenti un contratto rumeno che prevede uno stipendio in parte in euro, in parte in leu, la valuta rumena. Così in un mese i dipendenti guadagnano poco più di 300 euro, senza contributi.
Conftrasporto aveva dato l’allarme anni fa, rilanciandolo a più riprese e proponendo, giusto pochi giorni fa, lo ‘status del lavoratore mobile’ contro il dumping sociale, con – tra le altre regole da estendere almeno ai Paesi dell’Ue – un salario minimo al di sotto del quale non dovrebbe essere lecito scendere.
“Mentre alcuni Paesi europei, ultimo in ordine di tempo l’Austria, hanno introdotto per legge il salario minimo per i lavoratori, compresi i conducenti stranieri che svolgono operazioni di autotrasporto internazionale nel loro territorio, in Italia siamo ancora all’anno zero – spiega Uggè – La questione è urgente: per un motivo di dignità innanzitutto, ma anche di correttezza del mercato, bisogna porre fine a insostenibili fenomeni distorsivi della concorrenza, che sono in atto da tempo nel nostro Paese e ai quali non si è dato finora il giusto peso”.
“La cosa da fare è dare applicazione al protocollo ‘Road Alliance’ sottoscritto a Parigi dai ministri dei Trasporti di diversi Paesi europei – conclude il presidente di Conftrasporto – e introdurre norme che impediscano l’attuazione di questa vergogna sociale”.