venerdì, 29 Marzo 2024
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Ottimismo al convegno TForma

Molte le domande che ci si è posti ieri, 18 novembre, al Convegno organizzato dalla nostra testata a conclusione del primo ciclo formativo TForma.

Domande che a loro volta sono servite a rispondere al macro tema della giornata: L’economia dei trasporti riparte?

Ospiti di alto livello sono intervenuti come relatori per fornire gli spunti e gli strumenti per rispondere sì a questa domanda, ma molte le aziende che hanno partecipato all’iniziativa dando a loro volta spunti di riflessione e dibattito.

 

L’indirizzo europeo in tema di sostenibilità ed il progetto Intermodability sono opportunità di business? L’outsourcing della logistica è un mercato in espansione? Servizio, formazione e specializzazione sono strumenti strategici per uscire dalla crisi?

Il convegno ha chiuso il primo anno del progetto TForma, un programma formativo dedicato alle aziende di trasporto e logistica, pensato per rendere profittevole la loro attività proprio attraverso la formazione che rappresenta un indiscutibile vantaggio competitivo, un investimento che non può che portare, anche se non nel breve termine, al profitto.
Al tavolo dei relatori si sono alternati Paolo Volta, consulente di economia dei trasporti e coordinatore didattico di TForma, Antonio Malvestio presidente di Freight Leaders Council, Franco Fenoglio amministratore delegato di Italscania, Francesco Oriolo consulente di marketing e comunicazione, e Giovanni Gallo sales manager di Lamberet Italia, moderati da Luca Barassi direttore responsabile di Trasportare Oggi in Europa.

Dall’analisi della situazione economica europea ed italiana, con particolare riguardo al sistema del trasporto merci ed al rapporto di questo comparto con il PIL, è stato evidenziato come qualità del servizio, specializzazione, formazione e intermodalità siano oggi gli elementi strategici per superare la crisi congiunturale che ci attanaglia da oltre cinque anni.
Un indicatore utilizzato in numerosi studi al fine di seguire l’andamento congiunto dell’economia di un Paese ed il trasporto merci interno è la cosiddetta “intensità di trasporto: traffico merci misurato in tonnellate-km / Prodotto Interno Lordo (PIL). Ebbene, nell’ultimo periodo al diminuire del PIL il trasporto merci crolla. Con riferimento al 2007 nel 2013, infatti, a fronte di una riduzione del PIL italiano dell’8,6% reale, il volume di merci trasportate si è ridotto di oltre il 24,3%, cioè quasi del triplo.
Anche se le previsioni nel medio termine sono di una timida ripresa, con i tassi di crescita previsti per il 2015 – 0,9% per il Pil e 1% per le merci – per superare i rispettivi livelli del 2007, occorreranno 9 anni al prodotto lordo e 23 anni al trasporto merci. Prospettive che inducono a riflettere e a individuare nuove sacche di business. Alcune di queste sono la Green logistics e la Contract logistics. L’Osservatorio Contract Logistics ha stimato che il settore della logistica conto terzi in Italia è cresciuto da 71,2 miliardi di Euro nel 2009 a 76,8 miliardi di Euro nel 2011, con un incremento nominale del 7,8% nei due anni. L’incremento è stato, dunque, del 3,5% in termini reali ben superiore rispetto all’andamento del PIL nello stesso periodo. Oltre che in crescita, quindi, l’outsourcing logistico ha ulteriori forti potenzialità di sviluppo, poiché vi è un 62% di mercato non ancora raggiunto.

Anche l’utilizzo dell’intermodalità può essere una chiave per presentarsi alla committenza come azienda virtuosa e in linea con gli obiettivi europei che prevedono una contrazione delle emissioni del 30% entro il 2030.

Il progetto “Intermodability” può rappresentare un importante caso di studio per lo sviluppo di best practice. Infatti, oltre che risultare un esempio fattivo di “azione a costo zero per migliorare l’efficienza del sistema”, questa iniziativa potrebbe attivare una serie di interventi anche da parte di altri importanti attori del sistema logistico nazionale, alla ricerca di nuove opportunità. Inoltre sono molte le aziende, sia lato produzione che lato fornitura di servizi logistici e, non per ultimo, da parte dei Costruttori di veicoli industriali, che sposano la strategia di migliorare l’efficienza del trasporto attraverso l’utilizzo di combustibili puliti e motori sempre meno inquinanti, nonché puntando sull’ottimizzazione della gestione aziendale nel suo complesso.
Bisogna affrettarsi perché il trend va decisamente nella direzione sbagliata e nel 2050 i trasporti potrebbero rappresentare il 50% della produzione di CO2. Ma ridurre l’impronta ecologica si può. Il programma Lean & Green aiuta chi fa trasporti a ridurre del 20% in 5 anni l’impronta ecologica aziendale. La collaborazione orizzontale del progetto Intermodability riporterà in primo piano l’intermodalità strada/rotaia per la filiera dei beni di largo consumo.

Ne è un esempio Scania che, non solo ha sviluppato propulsori che pur rispettando le normative Euro 6 in fatto di emissioni di gas nocivi, sono in grado di consumare di meno, ma si è impegnata a sviluppare motori che funzionano con combustibili alternativi e puliti come il metano, recentemente presentati anche ad Ecomondo, il Salone di Rimini dedicato al riciclo e alla sostenibilità ambientale.
Oltre a ciò Scania ha deciso di spostare il focus dal costo totale di esercizio a quello che l’azienda stessa ha definito TOE, ovvero Total Operating Economy, facendo attenzione quindi all’intero conto economico dell’azienda e considerando sia i costi che i ricavi.
Il costruttore s’inserisce in questo concetto fornendo un prodotto altamente efficace che permette all’operatore logistico di guadagnarsi la fiducia dei clienti più virtuosi, ottenendo così vantaggi competitivi importanti che possono arrivare fino ad 80mila euro in otto anni.

In questo contesto si inserisce anche il tema della formazione che viene declinato sia verso l’autista per rendere economicamente più efficiente la guida, ma anche e soprattutto verso l’interno dell’azienda. Dal punto di vista psicologico, la formazione assolve un compito indispensabile, in termini di utilità e beneficio, su un duplice asse: per la persona perché si sente valorizzata e al passo con i tempi e per l’azienda perché in questo modo si lavorerà tutti con maggiore impegno e motivazione.
La formazione rivolta alle persone migliora la consapevolezza del cambiamento e diventa leva di sviluppo per le imprese in un contesto socio economico in cui solo con un rilancio delle competenze si può pensare di uscire dallo stallo economico in cui ci troviamo.

Un esempio di specializzazione è quello della catena del freddo e del trasporto a temperatura controllata. Un segmento in controtendenza rispetto al trend economico di questo momento e che offre ampi margini di crescita. Lo dimostrano le vendite del trainato che per il comparto oltre le 3,5 tonnellate, sono aumentate del 13,9%.
Come essere efficienti nella distribuzione di prodotti a temperatura controllata ce lo ha dimostrato Lamberet che, oltre a condividere gli strumenti analizzati in questa giornata per superare la crisi (specializzazione, formazione, servizio), propone al mercato prodotti studiati proprio con questo scopo come il semirimorchio per la distribuzione urbana con sistema di sterzata idraulica di due assi su tre con la possibilità di caricare 33 euro pallet anziché utilizzare una motrice da 20/23 euro pallet.

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TForma è una iniziativa di Trasportare Oggi in Europa supportata da Italscania, filiale italiana di Scania e realizzata con la collaborazione di ZF e Lamberet.
In questo primo anno di vita del progetto sono stati sviluppati quattro moduli formativi, anticipati da una giornata di presentazione dei corsi: due moduli dedicati alla Logistica come opportunità di business, in cui si sono studiati i principali indici per l’efficienza di una azienda di trasporto e il marketing e la comunicazione applicata al nostro settore, un modulo dedicato alla logistica internazionale ed un workshop più trasversale intitolato alla gestione dell’impresa di autotrasporto dove si è parlato di costi minimi, gestione del personale viaggiante e non, e degli aspetti finanziari.
Scania che, come detto, è particolarmente sensibile sia alla formazione interna che a quella degli autisti, ha promosso sin da subito l’iniziativa, sposandone i valori e gli obiettivi.
Stesso spirito per ZF, colosso da 17 miliardi di fatturato e 72.000 dipendenti, azienda per la quale l’innovazione e lo sviluppo di nuovi prodotti sono i mattoni con cui costruire il futuro dell’azienda. Per questo la multinazionale tedesca investe ogni anno il 5% del suo fatturato in Ricerca e Sviluppo e porta avanti diversi programmi di formazione rivolti non solo al suo personale interno, ma anche ai giovani, per appassionarli al mondo della “tecnica”, e alla ricerca di “nuovi talenti” che possano far crescere il suo capitale umano.

L’anno prossimo TForma proporrà un calendario ancora più fitto e specializzato in linea con le esigenze delle imprese appartenenti al nostro settore.
Potete rimanere costantemente informati sui programmi di TForma alla pagina web: www.trasportale.it/tforma.

Luca Barassi
Luca Barassi
Direttore editoriale e responsabile.
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