giovedì, 28 Marzo 2024
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ANFIA: “Scenari internazionali nel settore automotive”

La componentistica italiana, comparto che in Italia conta circa 2.000 imprese e 136.000 addetti, per un fatturato annuale di circa 39 miliardi di Euro, nel 2016 ha visto salire il valore delle esportazioni a 19,97 miliardi di Euro (+0,3% rispetto al 2015), con un saldo della bilancia commerciale attivo per 5,5 miliardi – ha dichiarato Giuseppe Barile, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA.
Al di là delle positive ricadute del trend crescente della produzione nazionale di autoveicoli, si conferma, quindi, la capacità dei componentisti di mantenere alti i livelli di export grazie ad una riconosciuta qualità e innovazione dei loro prodotti e processi produttivi, e alle posizioni conquistate sui mercati internazionali nel corso dei decenni. Negli ultimi anni, inoltre, alcuni aree come il Nord Africa e l’Iran, hanno aperto nuove opportunità, che la filiera può e deve cogliere, studiando strategie di penetrazione adeguate alle peculiarità di questi mercati.
Le prospettive che abbiamo di fronte, nonostante la tempesta politica innescata dalla Brexit e dall’elezione del Presidente USA Donald Trump, e le tendenze nazionaliste e protezioniste che si osservano da più parti, non sono destabilizzanti. L’Europa presenta
una situazione tutto sommato positiva – anche grazie alla protezione contro attacchi speculativi fornita dalla BCE e al Piano Junker come stimolo per gli investimenti in ricerca e sviluppo – con moderate aspettative di crescita e alla ricerca di una nuova stabilità.
Si intravedono significative opportunità per le PMI, che potranno far leva sulla loro prossimità al mercato e sfruttare al meglio le nuove tecnologie dei processi produttivi – Industry 4.0 e digitalizzazione – a favore della massima flessibilità ecustomizzazione dei prodotti”.

Questo l’esordio di Giuseppe Barile, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA, che ha aperto il lavori del convegno“Scenari internazionali nel settore automotive”, organizzato da ANFIA .

Il secondo intervento, a cura di Giorgio Elefante, Associate Partner PwC, ha avuto l’obiettivo di analizzare l’evoluzione del settore automotive in termini di alleanze fra player e conseguenti riflessi per la filiera. Le attività legate a fusioni e acquisizioni, nel complesso, sono state 42 per i produttori di autoveicoli, 217 per i componentisti e 324 per altri segmenti. Il 26% di queste attività ha avuto acquirenti finanziari. Confini e contenuti dell’ecosistema “mobilità” stanno cambiando, con nuove e interessanti implicazioni per gli operatori della filiera automotive.

Virgilio Cerutti, Head of Business Development Central Coordination FCA ha poi trattato in dettaglio il tema dei trend tecnologici ed evolutivi del settore automotive, sottolineando come la sostenibilità dei prodotti e dei processi sia destinata a diventare
un elemento dal valore economico sempre più importante, in funzione anche dei trend di crescita della popolazione mondiale e della produzione globale di autoveicoli leggeri, nonché della densità automobilistica mondiale, che passerà dall’attuale valore di
un’auto ogni 5,6 persone a un’auto ogni 3,5 persone al 2050. I driver chiave nell’evoluzione dell’automotive restano la riduzione delle emissioni di CO2 – con l’alleggerimento dei veicoli e lo sviluppo di motori sempre più performanti – la sicurezzae la connettività.

Gian Maria Gros-Pietro, Presidente Intesa Sanpaolo, infine, ha presentato la visione del settore automotive da parte del sistema bancario, un settore che investe e innova – l’intensità degli investimenti in R&S è superiore alla media del manufatturiero.

 

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